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Persone ricoverate in Struttura Residenziale Convenzionata: no alla retta. Casi pratici

Immagine del redattore: emanuelatimperiemanuelatimperi

E' cosa nota che la retta mensile per il mantenimento di persone anziane non più autosufficienti ricoverate in Strutture Residenziali Convenzionate con il Sistema Sanitario nazionale sono piuttosto elevate.

In molti casi si rinuncia giocoforza al ricovero in struttura, seppur necessario, quando il soggetto beneficiario non ha la possibilità economica di sostenere le spese per la quota giornaliera e quando anche i familiari non hanno la disponibilità per far fronte a detti costi.

A volte i parenti sono chiamati a corrispondere le rette arretrate che vengono richieste dalla Struttura residenziale, anche dopo il decesso della persona ivi ricoverata.

E' opportuno sapere che in alcuni casi specifici e al ricorrere di determinate condizioni (che naturalmente vanno valutate caso per caso e dimostrate, in quanto non è possibile generalizzare) il degente e/o i familiari non sono tenuti a pagare nulla a titolo di retta per la residenzialità nelle Strutture convenzionate; altresì sono nulle le dichiarazioni fatte sottoscrivere ai parenti del paziente preso in carico in Rsa, con le quali viene fatto assumere l’impegno al pagamento della retta in favore della struttura ospitante.

Ciò evidentemente quando la degenza non si limita ad una finalità assistenziale ma è anche terapeutica.

Ciò per effetto di alcune pronunce giurisprudenziali recenti: alcuni Tribunali italiani infatti con le loro sentenze hanno affermato che i costi per la residenzialità, una volta dimostrato il ricorrere di specifici presupposti (il riferimento è a persone affette da Alzheimer), non devono essere posti a carico dei pazienti e delle loro famiglie, ma devono essere sostenuti dal Servizio Sanitario Nazionale.

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